15 novembre 2008

Don Gaetano Luca arciprete, largo ai giovani.



Don Gaetano Luca con alcuni seminaristi.

Don Gaetano Luca, 35 anni, rettore del Seminario Vescovile di Conversano, in provincia di Bari, sacerdote più amato in paese, è diventato, dal 31 ottobre scorso, arciprete dell’abbazia di San Vito a Polignano a Mare (Ba).
Pubblico una parte dell’intervista pubblicata sul periodico d’informazione locale ‘Blog Conversano’, (del 25 gennaio 2008, n. 5, pagg. 8-9).
Come è nata la sua vocazione?
“Parlare di vocazione è sempre molto delicato: significa entrare in punta di piedi in un mistero che appartiene a Dio solo e al cuore di chi Lui stesso decide di chiamare. Fin da piccolo i miei papà e mamma mi hanno sempre dato testimonianza di una fede forte e semplice nello stesso tempo, fatta di tanta preghiera, di ringraziamento e soprattutto coniugata con un forte senso del sacrificio. Mia madre mi ripete sempre: 'Ricordati che la tua prima Mamma è la Madonna!'. Frequentavo l’Associazione a favore dei diversamente abili 'Fiorire Comunque' e la Chiesa Madre di Castellana, dove la figura preziosa, instancabile e indimenticabile del mio caro parroco Don Vincenzo Vitti mi ha fatto scoprire la bellezza del sacerdozio. Portavo, però, da sempre nel cuore il sogno di diventare medico. Mi iscrissi al Liceo Scientifico di Putignano e subito dopo ho superato il concorso alla Facoltà di medicina di Bari. Pensavo di aver già raggiunto i traguardi della mia felicità. Non era così! In quell’anno mi resi conto che la vita non è solo ricerca della realizzazione dei propri progetti o l’evasione dei sogni dai cassetti dei desideri, ma che la vita è bella solo nelle mani di chi ce l’ha donata: Gesù è la chiave ermeneutica della nostra gioia, le altre proposte, per quanto appaganti, rischiano di rimanere nella sfera delle felicità a scadenza breve. Dopo un anno di prova, con il consenso dei miei educatori, decisi di entrare nel Seminario Regionale di Molfetta. Sono diventato sacerdote il 5 gennaio del 2000, e questo è sicuramente il dono più grande che il Signore avesse potuto farmi, di cui mai finirò di dirgli grazie”.
Una parola per i giovani.
“I giovani sono il futuro del mondo e della Chiesa. Non è vero che sono privi di valori o di grandi ideali. È più vero che diventa sempre più difficile accogliersi per quello che si è e amare se stessi in tutto. Il progresso ci invita freneticamente a stare sempre più in là di quanto non lo siamo. I giovani, oggi, sono sinonimo di intelligenza, curiosità, ricerca, tensione e amore, ma anche dubbio, paura, angoscia e terrore. Siamo sempre pronti a giudicarli, ma dovremmo imparare un po’ di più a STARE, a FERMARCI, a 'PERDERE TEMPO' con loro. L’antidoto alla frenesia dell’andare, è il rimanere nell’amore”.

3 commenti:

GraficWorld ha detto...

ciao molto bello il tuo blog..ricco di interessanti articoli!

`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`··.Giusy·`·. ̧ ̧.· ́ ́ ̄`· ha detto...

Ciao bella,vero un pò offensiva la foto che ho messo,ma il mio era ironizzare un pò...non era affatto razzismo...comunque ti ringrazio per la tua visita,ho visto molto volentieri il tuo blog,molto bello costruttivo,interessante...brava.Spero di risentirti ancora.Serena giornata...

Giuseppe Bovino di Borbone ha detto...

Speriamo che i giovani gli stiano dietro!