02 novembre 2010

Turi. Lenato e Petrera, una polemica infinita


Caterina Narracci,
"Lenato e Petrera, una polemica infinita". (Settimanale Fax, ed. Turi, Anno XV, n. 42, del 30 ottobre 2010, p. 9).

Come fosse un rito voodoo. Ormai il dibattito politico che vede Vito Lenato e Franco Petrera della Puglia prima di tutto da una parte e l’ex vicesindaco Franco D’Addabbo e l’assessore esterno Antonio Tateo dall’altra, ha preso una piega piuttosto personale. Tutto è cominciato (si fa per dire) con il comizio di sabato 9 ottobre di Lenato e Petrera che, in piazza Silvio Orlandi, avevano accusato D’Addabbo di essere il principale responsabile della cementificazione selvaggia di Turi (“se D’Addabbo diventasse sindaco - sono le parole di Lenato - piazza Silvio Orlandi sarebbe sicuramente cementificata in cinque anni”). Nel proprio pamphlet, i due esponenti della Puglia prima di tutto hanno poi puntato l’attenzione sul “penoso e stucchevole settimo rimpasto della giunta Gigantelli” accusando il sindaco di aver ridotto la giunta ad una “giostrina del luna park” e scagliandosi contro la nomina dell’assessore esterno Antonio Tateo (per lui si trattava di un ritorno dopo l’esclusione operata con il precedente rimpasto): “Non capiamo quale sia l’elevata professionalità specifica in una determinata materia comunale in capo a Tateo, tanto da giustificare la nomina dell’assessore esterno come previsto dalla normativa sugli enti locali”. La risposta di D’Addabbo e Tateo non si è fatta attendere. Il primo ha definito quelle di Lenato e Petrera “chiacchiere prive di alcun fondamento”, spiegando di non essere il responsabile della cementificazione, ripresa all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha bocciato la variante al PdF approvata dalla precedente amministrazione. “Il tempo è galantumo” è stata, invece, la risposta di Tateo che ha inteso “non perdere tempo con un soggetto avvezzo alla provocazione, alla farneticazione, al tradimento seriale in politica, incline da una vita a denigrare gli altri, al litigio e al conflitto sul posto di lavoro - tanto da essere anche sanzionato disciplinarmente - e, da ultimo, ad inventarsi letteralmente l’esistenza di una normativa sull’elevata professionalità specifica che bisogna avere per fare l’assessore esterno”. Parole durissime quelle dell’assessore che non hanno lasciato indifferente Lenato il quale, domenica mattina, attraverso un tazebao esposto nella villa comunale ha definito Tateo “un inquilino abusivo del Palazzo Comunale” che ha “scippato l’assessorato a chi è stato votato dal popolo”. Insomma, tutt’altro che colpi a salve che non fanno altro che alimentare una polemica che difficilmente si esaurirà nel giro di poco tempo.
Pierfrancesco Catucci

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