06 dicembre 2010

Gioia del Colle. Statua a S. Filippo, per il Pd è illegittima


Caterina Narracci, La statua della discordia. Enzo Cuscito, Vito Mastrovito e il Sindaco. (Settimanale Fax, ed. Gioia del Colle, Anno XV, n. 47, del 4 Dicembre 2010, p. 7).

Statua eretta in onore di San Filippo: pare che il Comune di Gioia del Colle sia sotto inchiesta da parte dell'Avvocatura dello Stato su richiesta della Presidenza della Repubblica con l'accusa di falso ideologico.
Questa notizia sarebbe la diretta conseguenza del ricorso straordinario presentato lo scorso novembre da parte della sezione locale del PD al Capo dello Stato, documento alla cui stesura avrebbe partecipato anche l’ex sindaco di Gioia Vito Mastrovito. L’intento è stato appunto quello di “impugnare per illegittimità – si legge nel comunicato del partito guidato da Enzo Cuscito - (e chiederne il conseguente annullamento) degli atti che hanno scandito e caratterizzato un contorto e temerario iter procedurale per la realizzazione e l’installazione del monumento in Piazza Dalla Chiesa”. Inaugurata lo scorso agosto con una cerimonia fastosa e festosa, la statua voluta dal sindaco Piero Longo e costata all’incirca 30mila euro, non è mai piaciuta all’opposizione ed in particolare proprio al PD che ha rivendicato la necessità di mantenere un distacco tra la politica e la fede, ribadendo appunto la necessità della laicità della politica. Una rivendicazione fatta anche da alcuni cittadini che proprio in occasione dell’inaugurazione avevano presenziato silenziosamente alla cerimonia esponendo cartelli in cui si leggevano riferimenti all’articolo 7 della Costituzione che sancisce l’indipendenza tra Stato e Chiesa. Ad aver inasprito ancor di più i toni: “La bufala dell’utilizzo delle economie rivenienti dalla rinuncia del sindaco al suo compenso - si legge ancora nel comunicato del PD - costruita ad arte per ingannare i cittadini, ma non più riscontrabile nei successivi atti, l’utilizzo di notizie non vere, quale l’affidamento dell’incarico ad un soggetto IVA inesistente, l’affidamento di lavori ad una ditta un mese dopo la loro esecuzione e la loro inaugurazione in pompa magna, sono solo alcuni aspetti dell’intricata e brutta faccenda che da oggi diventa oggetto di indagine amministrativa, salvo ulteriori sviluppi in altri settori, col ricorso presentato”.
Lucia Rizzi

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