17 giugno 2012

Mola di Bari. Acqua, maggioranza a secco di consiglieri

Caterina Narracci, Acqua, maggioranza a secco di consiglieri. La coalizione di governo cittadino non riesce a garantire il numero legato e salta il consiglio. (Settimanale Fax, ed. Mola di Bari, Anno XVII, n. 23, del 9 giugno 2012, p. 3).

La coalizione centrodestra che governa la città non è riuscita a garantire il numero legale per lo svolgimento del consiglio comunale, convocato martedì 5 giugno. Alla seduta erano stati invitati gli allievi delle scuole cittadine, elementari e medie. L’obiettivo era quello di sensibilizzarli sul tema dell’acqua pubblica che tutti dovremmo impegnarci a difendere e tutelare. Erano stati invitati anche i tecnici dell’Acquedotto pugliese (Portincasa e Palumbo) per relazionare sul protocollo d’intesa siglato con il Comune di Mola che il Consiglio era chiamato ad approvare. Doveva essere una festa, una lezione di educazione civica, per i piccoli studenti i quali avrebbero assistito, forse, per la prima volta, ai lavori del consiglio comunale, che non è riuscito ad insediarsi. Mancava il numero legale dei consiglieri necessario per rendere valida la seduta. La notizia ha dell’incredibile se si tiene conto che la coalizione di maggioranza ha 13 consiglieri su 20. Quindi, nei limiti della legge, la coalizione di governo può fare tutto quello che vuole. La minoranza, che conta solo 7 consiglieri, può dare il suo contributo, ma se non trova la disponibilità della maggioranza non può incidere minimamente sui provvedimenti portati all’attenzione del consiglio. In pratica, in consiglio vi è una forte maggioranza che si potrebbe definire bulgara. Ciò nonostante, martedì scorso, il consiglio non è riuscito ad insediarsi. Vediamo perchè. I consiglieri di minoranza, per mano del capogruppo di Sinistra Liberamente, Stefano Gaudiuso, prima che iniziasse la seduta, hanno protocollato una lettera diretta al Presidnete del Consiglio comunale e al Segretario generale del Comune. Con la predetta missiva (che pubblichiamo integralmente a pagina 5) i consiglieri comunali Giovanni Battista Alberotanza, Giuseppe Desilvio, Stefano Gaudiuso, Franco Battista, Nico Berlen, Mario Lepore, Francesca Mola, annunciavano che non avrebbero preso “parte alla seduta odierna del consiglio comunale in segno di palese contrarietà con l’organizzazione dell’ordine del giorno”. E’ facile immaginare che la lettera in un primo momento non ha impressionato più di tanto la maggioranza che conta, ripetiamo, 13 consiglieri comunali. Per assicurare il numero legale ne bastano 11. Nessun problema, quindi, almeno apparentemente. Quando, però, è stato fatto l’appello, solo 10 consiglieri erano presenti. Sono risultati assenti i consiglieri Francesco Brunetti, Vitangelo Caprio e Pippuccio Fiore. A questo punto la situazione comincia a diventare preoccupante. Se non arriva almeno uno dei tre consiglieri di maggioranza assenti il consiglio non si può tenere. Infatti, è certo che i consiglieri di minoranza non partecipano alla seduta. Così partono le telefonate per assicurarsi la presenza dei consiglieri assenti. Si sapeva, dicono i bene informati, che il consigliere Brunetti non sarebbe stato presente per impegni di lavoro. Pippuccio Fiore, che fa il medico a Roma aveva fatto sapere di essere ammalato e quindi non poteva essere presente. Vitangelo Caprio, che fa l’avvocato, è in udienza dal giudice di pace e non risponde al telefono. Qualcuno va a casa di Caprio per sollecitarlo a partecipare al consiglio comunale, ma il consigliere non c’è. Sta in tribunale, a Rutigliano. Tra un’udienza e l’altra, l’avv. Caprio risponde al cellulare e tranquillizza i colleghi consiglieri: non appena finisce l’udienza si precipiterà in municipio. Intanto il tempo passa. Dopo un’ora dal primo appello il presidente del consiglio è costretto a dichiarare sciolta la seduta per mancanza di numero legale. A questo punto qualche collega consigliere ritelefona a Vitangelo Caprio per informarlo che la seduta è stata sciolta e, quindi, può difendere con calma i suoi clienti davanti al giudice. Si è trattato di un apprezzabile atto di cortesia che non alleggerisce la situazione di imbarazzo venuta a crearsi nell’aula consiliare. Il Sindaco fa buon viso a cattivo gioco. Per salvare la faccia, si decide comunque di far vedere ai ragazzi un filmato promozionale dell’acquedotto pugliese contenente tutte le fasi che portano l’acqua a sgorgare dai rubinetti delle nostre abitazioni. L’assessore comunale all’ambiente, Michele Palazzo parla del progetto “acqua bene comune” che sarà portato avanti con l’AQP”. Invita, poi, i ragazzi a consegnare all’amministrazione comunale bottiglie di vetro contenenti acqua di rubinetto con la speranza che nelle sedute consiliari e nelle abitazioni vengano bandite le bottiglie di plastica contenenti acqua minerale, che creano rifiuti e inquinamento ambientale. Poi, l’assessore Palazzo “fa il di più”, come si dice a Mola: “Consentitemi, offro una bottiglia anche ai consiglieri che sono assenti”. Una battuta che l’assessore all’ambiente si poteva risparmiare, ma che denota il risentimento per la figuraccia che l’amministrazione comunale e la coalizione che la sostiene ha fatto di fronte alle scolaresce e ai funzionari dell’acquedotto presenti in aula.

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