Caterina Narracci, Acqua, maggioranza a secco di consiglieri. La
coalizione di governo cittadino non riesce a garantire il numero legato e
salta il consiglio. (Settimanale Fax, ed. Mola di Bari, Anno XVII, n.
23, del 9 giugno 2012, p. 3).
La coalizione centrodestra che governa la città
non è riuscita a garantire il numero legale per lo svolgimento del
consiglio comunale, convocato martedì 5 giugno. Alla seduta erano
stati invitati gli allievi delle scuole cittadine, elementari e medie.
L’obiettivo era quello di sensibilizzarli sul tema dell’acqua pubblica
che tutti dovremmo impegnarci a difendere e tutelare. Erano stati
invitati anche i tecnici dell’Acquedotto pugliese (Portincasa e Palumbo)
per relazionare sul protocollo d’intesa siglato con il Comune di Mola
che il Consiglio era chiamato ad approvare. Doveva essere una festa, una
lezione di educazione civica, per i piccoli studenti i quali avrebbero
assistito, forse, per la prima volta, ai lavori del consiglio comunale,
che non è riuscito ad insediarsi. Mancava il numero legale dei
consiglieri necessario per rendere valida la seduta. La notizia ha
dell’incredibile se si tiene conto che la coalizione di maggioranza ha
13 consiglieri su 20. Quindi, nei limiti della legge, la coalizione di
governo può fare tutto quello che vuole. La minoranza, che conta solo 7
consiglieri, può dare il suo contributo, ma se non trova la
disponibilità della maggioranza non può incidere minimamente sui
provvedimenti portati all’attenzione del consiglio. In pratica, in
consiglio vi è una forte maggioranza che si potrebbe definire bulgara.
Ciò nonostante, martedì scorso, il consiglio non è riuscito ad
insediarsi. Vediamo perchè. I consiglieri di minoranza, per mano del
capogruppo di Sinistra Liberamente, Stefano Gaudiuso, prima che
iniziasse la seduta, hanno protocollato una lettera diretta al
Presidnete del Consiglio comunale e al Segretario generale del Comune.
Con la predetta missiva (che pubblichiamo integralmente a pagina 5) i
consiglieri comunali Giovanni Battista Alberotanza, Giuseppe Desilvio,
Stefano Gaudiuso, Franco Battista, Nico Berlen, Mario Lepore, Francesca
Mola, annunciavano che non avrebbero preso “parte alla seduta odierna
del consiglio comunale in segno di palese contrarietà con
l’organizzazione dell’ordine del giorno”. E’ facile immaginare che la
lettera in un primo momento non ha impressionato più di tanto la
maggioranza che conta, ripetiamo, 13 consiglieri comunali. Per
assicurare il numero legale ne bastano 11. Nessun problema, quindi,
almeno apparentemente. Quando, però, è stato fatto l’appello, solo 10
consiglieri erano presenti. Sono risultati assenti i consiglieri
Francesco Brunetti, Vitangelo Caprio e Pippuccio Fiore. A questo
punto la situazione comincia a diventare preoccupante. Se non arriva
almeno uno dei tre consiglieri di maggioranza assenti il consiglio non
si può tenere. Infatti, è certo che i consiglieri di minoranza non
partecipano alla seduta. Così partono le telefonate per assicurarsi la
presenza dei consiglieri assenti. Si sapeva, dicono i bene informati,
che il consigliere Brunetti non sarebbe stato presente per impegni di
lavoro. Pippuccio Fiore, che fa il medico a Roma aveva fatto sapere di
essere ammalato e quindi non poteva essere presente. Vitangelo
Caprio, che fa l’avvocato, è in udienza dal giudice di pace e non
risponde al telefono. Qualcuno va a casa di Caprio per sollecitarlo a
partecipare al consiglio comunale, ma il consigliere non c’è. Sta in
tribunale, a Rutigliano. Tra un’udienza e l’altra, l’avv. Caprio
risponde al cellulare e tranquillizza i colleghi consiglieri: non
appena finisce l’udienza si precipiterà in municipio. Intanto il
tempo passa. Dopo un’ora dal primo appello il presidente del consiglio è
costretto a dichiarare sciolta la seduta per mancanza di numero legale.
A questo punto qualche collega consigliere ritelefona a Vitangelo
Caprio per informarlo che la seduta è stata sciolta e, quindi, può
difendere con calma i suoi clienti davanti al giudice. Si è trattato di
un apprezzabile atto di cortesia che non alleggerisce la situazione di
imbarazzo venuta a crearsi nell’aula consiliare. Il Sindaco fa buon viso
a cattivo gioco. Per salvare la faccia, si decide comunque di far
vedere ai ragazzi un filmato promozionale dell’acquedotto pugliese
contenente tutte le fasi che portano l’acqua a sgorgare dai rubinetti
delle nostre abitazioni. L’assessore comunale all’ambiente, Michele
Palazzo parla del progetto “acqua bene comune” che sarà portato avanti
con l’AQP”. Invita, poi, i ragazzi a consegnare all’amministrazione
comunale bottiglie di vetro contenenti acqua di rubinetto con la
speranza che nelle sedute consiliari e nelle abitazioni vengano bandite
le bottiglie di plastica contenenti acqua minerale, che creano rifiuti e
inquinamento ambientale. Poi, l’assessore Palazzo “fa il di più”, come
si dice a Mola: “Consentitemi, offro una bottiglia anche ai consiglieri
che sono assenti”. Una battuta che l’assessore all’ambiente si poteva
risparmiare, ma che denota il risentimento per la figuraccia che
l’amministrazione comunale e la coalizione che la sostiene ha fatto di
fronte alle scolaresce e ai funzionari dell’acquedotto presenti in aula.
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