Caterina Narracci, Il Pug è defunto, non partirà mai. Affondo del capogruppo del Pd, Risimini: "Il piano dei servizi solo per accontentare i poteri forti". (Settimanale Fax, ed. Monopoli, Anno XVII, n. 9, del 3 Marzo 2012, p. 7).
Il piano dei servizi come una sorta di sanatoria. Come un modo per “accontentare” quei poteri forti che inizialmente non erano stati presi in considerazione. Va pesante Giampiero Risimini, capogruppo del Pd, quando parla di questo importante piano che ancora non vede la luce. Con lui, in questa intervista, si torna a parlare di urbanistica.
A che punto è il Pug?
Il pug è defunto. E per come sta la situazione non partirà mai: non c’è il piano dei servizi, non riescono a fare le norme tecniche di attuazione, non riescono a sistemare la questione dell’aria portuale, le aree bianche sono tutte storie controverse. L’unica storia che funziona è quella dei consolidati falsi.
In che senso falsi?
Falsissimi, come De Martino, l’area Pagano. Il Pug è definitivamente morto.
Quest’amministrazione dunque non ce la farà a far partire il piano urbanistico entro la fine del suo mandato?
Credo che questo si possa dire già da ora. Mancano ancora alcuni passaggi fondamentali, come ad esempio il piano dei servizi, che sarebbe più giusto fare prima dei Pue, perché altrimenti non ci sarebbe il disegno generale. Ma a parte questo aspetto tecnico e amministrativo, c’è la storia dei consolidati che partono prima, mettendo sul mercato 300-400 appartamenti prima di tutti gli altr. Chiaramente questo fa incrinare quel meccanismo virtuoso che era la molla del Pug. Se gli investitori si buttano sul consolidato, chi investirà sui comparti nuovi? Non avrebbe senso…
Passiamo al piano dei servizi. Anche lì, a detta pure di componenti della maggioranza, è tutto fermo. Come mai secondo lei?
Perché è una cosa complessa. E non lo è solo tecnicamente, ma anche politicamente perché il piano impone delle scelte, una visione ampia della città e una comune visione politica che evidentemente non c’è. A me risulta che attraverso il piano dei servizi vogliano fare in realtà una specie di sanatoria di osservazioni e di proposte iniziali che non sono passate con il Pug. Anche il piano dei servizi è un’occasione sprecata. Questa amministrazione lo vorrebbe usare per fare le cose che i poteri forti non sono riusciti a fare in un primo momento. Così come le osservazioni fuori termine sono servite a rovinare il Pug adottato e ad azzopparlo pesantemente, adesso il piano dei servizi rischia di essere proprio la pietra tombale del Pug.
Il piano dei servizi come una sorta di sanatoria. Come un modo per “accontentare” quei poteri forti che inizialmente non erano stati presi in considerazione. Va pesante Giampiero Risimini, capogruppo del Pd, quando parla di questo importante piano che ancora non vede la luce. Con lui, in questa intervista, si torna a parlare di urbanistica.
A che punto è il Pug?
Il pug è defunto. E per come sta la situazione non partirà mai: non c’è il piano dei servizi, non riescono a fare le norme tecniche di attuazione, non riescono a sistemare la questione dell’aria portuale, le aree bianche sono tutte storie controverse. L’unica storia che funziona è quella dei consolidati falsi.
In che senso falsi?
Falsissimi, come De Martino, l’area Pagano. Il Pug è definitivamente morto.
Quest’amministrazione dunque non ce la farà a far partire il piano urbanistico entro la fine del suo mandato?
Credo che questo si possa dire già da ora. Mancano ancora alcuni passaggi fondamentali, come ad esempio il piano dei servizi, che sarebbe più giusto fare prima dei Pue, perché altrimenti non ci sarebbe il disegno generale. Ma a parte questo aspetto tecnico e amministrativo, c’è la storia dei consolidati che partono prima, mettendo sul mercato 300-400 appartamenti prima di tutti gli altr. Chiaramente questo fa incrinare quel meccanismo virtuoso che era la molla del Pug. Se gli investitori si buttano sul consolidato, chi investirà sui comparti nuovi? Non avrebbe senso…
Passiamo al piano dei servizi. Anche lì, a detta pure di componenti della maggioranza, è tutto fermo. Come mai secondo lei?
Perché è una cosa complessa. E non lo è solo tecnicamente, ma anche politicamente perché il piano impone delle scelte, una visione ampia della città e una comune visione politica che evidentemente non c’è. A me risulta che attraverso il piano dei servizi vogliano fare in realtà una specie di sanatoria di osservazioni e di proposte iniziali che non sono passate con il Pug. Anche il piano dei servizi è un’occasione sprecata. Questa amministrazione lo vorrebbe usare per fare le cose che i poteri forti non sono riusciti a fare in un primo momento. Così come le osservazioni fuori termine sono servite a rovinare il Pug adottato e ad azzopparlo pesantemente, adesso il piano dei servizi rischia di essere proprio la pietra tombale del Pug.
Nessun commento:
Posta un commento